giovedì, maggio 29, 2008

DARFUR: comunicato congiunto dei candidati alla Presidenza USA

Un comunicato congiunto di McCain, Clinton e Obama, in corsa per le Presidenziali USA, è stato diffuso oggi a mezzo stampa: i tre candidati si impegnano a mettere la pace in tutto il Sudan tra le prerogative della Casa Bianca, perseguendo una comune linea di condanna alle violazioni dei diritti umani in Darfur.
Una forte accusa al governo sudanese, ritenuto colpevole di istigare il persistere del conflitto in Darfur e delle tensioni nel restante Sudan, attraverso la non implementazione degli accordi del Comprehensive Peace Agreement, i ripetuti attacchi alla popolazione e i numerosi ostacoli posti al dispiegamento delle forze ibride UNAMID.
Una nuova ondata di violenza in Sudan, inclusa la recente distruzione della città di Abyei, ha inoltre fatto seguito all'attacco portato dalle forze del Justice and Equality Movement alla capitale del Paese il 10 Maggio, nell'estremo tentativo di portare alla ribalta della cronaca mondiale il conflitto in Darfur. Il Governo sudanese ha rilanciato al politica del terrore, con esecuzioni sommarie, detenzione arbitraria, persecuzione dei Darfuri a Khartoum e nelle città vicine.
Il comunicato congiunto, ottenuto grazie al pressing della Save Darfur Coalition, rappresenta una forte ed univoca presa di posizione, che si scontra però con l'incertezza del panorama politico internazionale, che mette un freno ad ogni proposta risolutiva della crisi. Il rischio è quello che il comunicato rimanga un abile esercizio oratorio: nulla hanno potuto, infatti, le condanne e la preoccupazione di cui abbondano gli statements dalle Nazioni Unite e dall'Unione Europea negli ultimi cinque anni contro la guerra che ha causato 300.000 morti, oltre due milioni e mezzo di sfollati e 400.000 profughi nel cuore dell'Africa.

Fonte: http://itablogs4darfur.blogspot.com/

domenica, maggio 25, 2008

Sale la tensione anche in Sud Sudan: 50.000 in fuga da Abyei

L'ONU esprime preoccupazione per gli scontri tra l' Esercito di liberazione del Sud Sudan (SPLA) e le Forze Armate Sudanesi (SAF), iniziati il 14 maggio, nella città di Abyei, South Kordofan, centro di un'area di confine contesa dal 2005 per la ricchezza di petrolio nel sottosuolo.
La città, secondo quanto stabilito dai protocolli di Abyei, parte del Comprensive Peace Agreement del 2005, è considerata storicamente il ponte tra Nord e Sud Sudan, ma continua ad essere contesa tra le due parti a causa del grande giacimento di petrolio della regione, nonostante i termini del protocollo siano ufficialmente condivisi. Anche dopo il nuovo accordo di cessate-il-fuoco del 16 maggio, che stabiliva l'allontanamento delle forze regolari dal centro alla periferia, gli scontri sono continuati, causando la fuga di 50.000 civili. Secondo le forze ribelli dello SPLA Khartoum avrebbe disatteso i termini dell'accordo.




Fonte: http://itablogs4darfur.blogspot.com/

sabato, maggio 17, 2008

Khartoum, grave rappresaglia dell'esercito contro i civili e i ribelli. Ancora studenti tra le vittime.

L'attacco alla capitale da parte di un gruppo di ribelli del Jem è stato respinto dall'esercito sudanese. Stupisce che un convoglio armato abbia percorso chilometri, beffato i potenti servizi segreti sudanesi, superato il controllo di un governo capace perfino di scandagliare le comunicazioni telefoniche e telematiche del suo Paese e degli operatori umanitari che vi lavorano, e sia giunto sin dentro la capitale di uno Stato in guerra da decenni. L'attacco, condotto dai ribelli per tenere alta l'attenzione internazionale all'avvicinarsi dei giochi olimpici in Cina, ha offerto il pretesto al governo sudanese per una pesante controffensiva, che ha portato subito all'arresto del leader dell'opposizione, Hassan al Turabi, islamista vicino ad Al Qaeda, e ad una durissima rappresaglia: arresti di massa, torture, rastrellamenti che continuano tra gli abitanti di Umbadda, Omdurman e Soug Lybia. Il Consiglio del governo sudanese ha deciso, infatti, stando a un comunicato delle forze ribelli, che le tre città, ad alta concentrazione di Darfuri, soprattutto di etnia Zaghawa, siano la base delle forze ribelli, il focolaio da cui è partito l'attacco alla capitale.
Tra le persone di cui non sembrano esserci più tracce, anche molti studenti universitari. Sono stati arrestati il 9 maggio Adam Ibrahim Abdulmajeed, Anwar Yagoub Rahma, Ibrahim Mohamed Idress, Khamees Mohamadain Bakhat, Ismail Mohamadain Bakhat; sono stati invece arrestati il 12 maggio e non si ha più traccia di Alqeen Yousif Guma Alqueen, Adam Yousif Husien, Abdulhaleem Abdulla Husien , Saif aldeen Mohamed Mahamoud, Nour eldeen Mohamed Mahamoud, Gamal Ahmed Haroun, Mohamed Mousa Ibrahim.

La tensione rimane alta.
Il sottosegretario ONU per le missioni di pace Guehenno ha riferito al Consiglio di Sicurezza dell'ONU i timori di nuovi attacchi alle città: sembra che gruppi dell' Esercito di Liberazione del Sudan SLA Unity si stiano preparando ad attaccare la capitale del Darfur settentrionale, El Fasher, mentre gruppi ribelli riconducibili al Jem insieme a forze ribelli ciadiane si starebbero raccogliendo al confine con il Darfur occidentale. Fonti della agenzia MISNA, tuttavia, smentiscono assembramenti intorno a El Fasher.

Fonte: http://itablogs4darfur.blogspot.com/

venerdì, maggio 16, 2008

Ribelli del Darfur attaccano Karthoum

Mille chilometri. Questa è la distanza che i ribelli del Jem(Justice and Equality Movement) hanno percorso per attaccare la capitale del Sudan Karthoum.
L'attacco, sferrato lo scorso sabato pomeriggio, aveva come obiettivo principale la base militare della capitale sudanese,da dove partono gli aerei che bombardano i villaggi del Darfur. L'obiettivo non è stato raggiunto,ma l'attacco,che era stato previsto in una nota dell'esercito due giorni prima ma scarsamente presa in considerazione,ha spaventato il Governo che è corso ai ripari chiedendo rinforzi all'Egitto.
I ribelli si erano radunati dieci giorni prima dell'arrivo a Karthoum in due zone del Darfur,a Nyala e nei pressi di Genina,al confine con il Ciad.Dopo un viaggio di circa quattro giorni si sono ritrovati
a Hamrat Elshek,un piccolo villaggio a un giorno di viaggio da Karthoum.
Da qui hanno sferrato l'attacco infiltrandosi all'interno del centro abitato,e cercando di raggiungere l'aereoporto militare dove sono stati bloccati.

giovedì, maggio 08, 2008

DARFUR/ RIBELLI: KHARTOUM HA ARRUOLATO 250 PILOTI IRACHENI

Roma, 5 mag. (Apcom) - I ribelli darfuriani del Movimento per la giustizia e l'uguaglianza (Jem) affermano che il governo di Khartoum ha arruolato 250 piloti del vecchio esercito iracheno di Saddam Hussein per bombardare la regione occidentale del Sudan, dal 2003 teatro di una guerra civile.
"Fonti attendibili di intelligence a Khartoum e el Fasher (nel Nord Darfur) hanno riferito che il governo sudanese ha arruolato 250 piloti iracheni per i suoi bombardamenti aerei in Darfur - si legge in una nota diffusa dal Jem sul suo sito - alcuni di questi piloti sono ora alloggiati alla guest gouse ufficiale della città di el Fasher. Stando a quanto emerso, gli ultimi due arei abbattuti dal Jem ad al Geneina (Darfur Occidentale) erano guidati da piloti iracheni". Quest'ultima affermazione non ha trovato riscontri tra fonti indipendenti, stando a quanto verificato dal Sudan Tribune.
Secondo il Jem, il governo di Khartoum "è stato costretto a ricorrere a piloti mercenari" di fronte alla "riluttanza dei piloti sudanesi a portare a termine missioni di bombardamento aereo, mentre altri hanno apertamente espresso le loro obiezioni a operazioni di raid aerei contro civili innocenti". I ribelli sostengono inoltre che Khartoum avrebbe acquistato di recente aerei che non richiedono l'intervento di piloti, dispiegati a Nyala, capitale del Darfur del Sud.
Il conflitto ha causato finora almeno 300.000 morti e oltre 2,5 milioni di profughi. Nelle ultime settimane, il governo ha ripreso a bombardare le postazioni dei ribelli in Darfur. Le truppe governative bombardano le aree prima di lanciare attacchi sul terreno.

Fonte: http://itablogs4darfur.blogspot.com/

mercoledì, maggio 07, 2008

Oggi vi segnalo alcuni libri da leggere per conoscere la meravigliosa terra del Sudan, da "il Traduttore del Silenzio", attraverso il quale potremo comprendere meglio l'attuale situazione del Darfur, al "Sudan La terra dei Tre Nili", un viaggio fotografico attraverso il quale scopriremo il lento scorrere del Nilo, la vastità dei deserti, la serenità dei volti della gente e i tesori archeologici dell'Antica terra di Kush.


E' da poco uscito nelle librerie italiane in edizioni Piemme il libro, bestseller mondiale, "IL TRADUTTORE DEL SILENZIO" di DAOUD HARI.
Dalla sua triste esperienza di testimone diretto degli orrori della guerra nella sua terra, che gli ha comportato anche torture e lunghi mesi di prigionia, è nato questo libro, mirabilmente privo di sentimenti di odio e vendetta verso i persecutori, i janjaweed al soldo del governo sudanese, che racconta la sua storia e le dolorose vicende del Darfur.

L'autore, di origini zaghawa, ha deciso, dopo la sua fuga in Ciad, di lavorare come interprete per molti giornalisti occidentali in Darfur, tra cui Paul Salopek, vincitore di due premi Pulitzer. Negli Stati Uniti, nel quale oggi vive come rifugiato, il suo libro ha venduto 100 mila copie in un solo mese.



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SUDAN LA TERRA DEI TRE NILI

Eugenio Fantusati è docente di "Antichità Nubiane" presso l'Un
iversità di Roma "La Sapienza", membro della Società Internazionale di Studi Nubiani e socio dell'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente. Profondo conoscitore del Sudan, vi ha soggiornato a lungo e vi ha dedicato numerosi testi. Questo volume fotografico è un ulteriore tributo a un Paese poco conosciuto in Occidente, malgrado un millenario patrimonio culturale e un territorio immenso che ne fa la più estesa nazione dell'Africa. Attraverso le immagini è possibile osservare il lento scorrere del Nilo, la vastità dei deserti, la serenità dei volti della gente, i tesori archeologici.




NUBIA Magica terra millenaria

Un apparato fotografico spettacolare su tutta la Nubia sudanese, dal confine con l'Egitto fino alla capitale Khartoum. Un itinerario archeologico e ambientale di oltre mille ch
ilometri lungo la media valle del Nilo e nel deserto orientale alla scoperta del mondo dei nubiani del passato e di quelli di oggi. Testi e immagini sono il risultato inedito di oltre vent'anni di ricerche dei fratelli Castiglioni, esploratori che in questa opera alternano capitoli descrittivi a pagine di "diario" per darci la percezione diretta di una straordinaria esperienza di viaggio nel tempo e nello spazio.







DARFUR

Darfur, ovvero la p
iù grande crisi umanitaria e una delle più importanti crisi politiche del nuovo secolo. Due milioni di sfollati e duecentomila morti, la violenza dei Janjawid, un regime militare islamico, gli interessi commerciali delle grandi potenze, l'attenzione mediatica dell'opinione pubblica occidentale, il petrolio. Cosa succede in Darfur? L'autore ci porta dentro la crisi del Darfur con un'analisi approfondita e circostanziata che muove da una prospettiva di osservazione privilegiata. L'autore, infatti, ha vissuto nella capitale sudanese dal 2005 al febbraio 2008 con l'incarico di coordinatore politico della Delegazione della Commissione Europea in Sudan, occupandosi prevalentemente della crisi in Darfur. La scena è quella della guerra e delle mediazioni politiche. Dietro le quinte ci sono gli interessi economici e politici nazionali ed internazionali. Sullo sfondo le vittime di questo conflitto ed uno scenario agghiacciante di violenza e desolazione. Il merito di questo lavoro, frutto di una lunga esperienza diretta, è di spiegare, in maniera chiara e libera da ogni condizionamento, una crisi complessa, rendendola comprensibile anche a coloro i quali non si occupano normalmente di politica internazionale.

martedì, maggio 06, 2008

SUDAN STUDIES ASSOCIATION NEWSLETTER

Oggi pubblico un articolo americano riguardante il Sudan, scritto dai miei amici Carolyn Fluehr-Lobban and Richard Lobban, compagni di viaggio in Sudan. Alle pagine 14 e 28 sono state inserite, con mio grande piacere, due foto scattate da me durante il viaggio in Sudan nel Gennaio 2004

SUDAN STUDIES ASSOCIATION NEWSLETTER, VOL. 24, NO. 1, OCTOBER 2005

In this issue: Announcement of International Conference at Bergen University in March 2006,
review of Gérard Prunier’s Darfur: The Ambiguous Genocide and Haydar Ibrahim’s The Downfall
of the Civilizational Project 1, articles by Matthew LeRiche, Laura DeLuca and Omunu
Abalu, Helen Young, Carolyn Fluehr-Lobban and Richard Lobban, and a translation by Abdullahi
El-Tom of a speech by Abdel Rahim Hamdi, and other material.

"SUDAN STUDIES ASSOCIATION NEWSLETTER"

clikka sul link sottostante

http://lsb.scu.edu/~mkevane/sudan/ssanewsletter%20nov%202005%20v1.pdf

lunedì, maggio 05, 2008

DARFUR, I MORTI SONO ALMENO 300 MILA

Rilanciamo un'agenzia Ansa su dati Onu.

NEW YORK - I morti causati dagli scontri nella regione sudanese del Darfur potrebbero essere più di 300 mila. Lo ha detto il sottosegretario generale per gli affari umanitari dell'Onu John Holmes. Le precedenti stime delle Nazioni Unite - basate su uno studio dell'organizzazione mondiale della sanità - indicavano che le vittime degli scontri e degli stenti causati dalle razzie dei villaggi erano centomila in meno.
L'ambasciatore del Sudan all'Onu, Abdalmahmoud Abdalhaleem, ha contestato le cifre di Holmes, sostenendo che i morti non sono più di 10 mila. I dati del sottosegretario dell'Onu, secondo il diplomatico di Khartoum, "non sono corretti, non sono credibili".

Holmes, responsabile degli affari umanitari delle Nazioni Unite, ha spiegato oggi ai Quindici del Consiglio di Sicurezza che gli scontri, gli stupri collettivi e i bombardamenti aerei non si sono mai interrotti in Darfur, neppure negli ultimi mesi, nonostante le crescenti pressioni internazionali. "Particolarmente preoccupante -ha precisato il responsabile umanitario- è l'alto livello di violenza sessuale, verificatosi durante gli ultimi due mesi, nel corridoio settentrionale del Darfur dell'Ovest". Nel Darfur non ci sono leggi e vige l'impunità, ha aggiunto Holmes, spiegando che dall'inizio dell'anno almeno 100 mila persone sono state costrette a lasciare le loro case. Rodolphe Adada, rappresentate speciale dell'Onu e dell' Unione africana (Ua) per il Darfur, ha indicato dal canto suo che la capacità dell'Unamid, la missione di pace in loco gestita dalle Nazioni Unite e dall'Ua, "non è aumentata di molto (...) e rimane sotto il 40% dell'obiettivo previsto, cioé 19.555 uomini".

Holmes ha concluso il suo intervento ricordando che dall'inizio dell'anno 6 addetti agli aiuti umanitari sono stati uccisi, le loro basi sono state attaccate 42 volte, mentre 106 veicoli, alcuni dell'Onu e alcuni delle organizzazioni non governative, sono finiti in mano ai gruppi armati, talvolta appoggiati dal governo di Khartoum.

Fonte: http://itablogs4darfur.blogspot.com/

domenica, maggio 04, 2008

Appello a Rai, Mediaset e La7 per il Darfur

300 mila morti, 2 milioni di sfollati, 200 mila rifugiati. Una tragedia che si consuma da tre anni. Ma i morti del Darfur non fanno notizia.
Firma l’appello on-line per chiedere a RAI, LA7 e MEDIASET di dare più spazio all’informazione sul Darfur e sulle crisi umanitarie del mondo.
http://www.italianblogsfordarfur.it/scrividarfur.htm

VIDEO REPORTAGE DA EL FASHER di Antonella Napoli

Io Bloggo per il Darfur

"Italian Blogs for Darfur, campagna on-line del movimento italiano per i diritti umani in Darfur, dopo "Una vignetta per il Darfur - diamo colore all'informazione", ha chiesto anche ai fotografi on-line di dedicare una loro creazione al Darfur, interpretando il motto dei bloggers di Italian Blogs for Darfur: "Io bloggo per il Darfur". Gli scrittori della rete cercano in questo modo di colmare il vuoto di informazione lasciato dai media tradizionali italiani, con la speranza che il nostro appello alle maggiori emittenti televisive venga accolto al più presto."

Per chi fosse interessato può pubblicare la propria foto con "Io bloggo per il Darfur" al seguente indirizzo:
http://itablogs4darfur.blogspot.com/2007/11/io-bloggo-per-il-darfur-il-volto-eil.html

Invito tutti i miei amici e lettori a dare massima distribuzione a questa prima foto, sperando che altri fotografi e artisti e soprattutto i tanti bloggers italiani aderiscano e ci "mettano la faccia".

sabato, maggio 03, 2008

LA MIA AFRICA

Oggi, davanti al mio notebook, improvvisamente l'Africa è tornata a farmi compagnia...
Penso a quei giorni vissuti in pieno deserto... la sabbia mi riscaldava...e il cielo terso di stelle mi avvolgeva in tutta la sua bellezza...

IL MIO VIAGGIO IN SUDAN - 1° PARTE


IL MIO VIAGGIO IN SUDAN - 2° PARTE


IL MIO VIAGGIO IN SUDAN - 3° PARTE

venerdì, maggio 02, 2008

NICCOLO FABI IN SUDAN

Stasera, navigando su internet senza meta, ho visitato il sito di uno dei miei cantautori preferiti, e con grande stupore scopro del suo impegno a favore del Sudan. Niccolò ha prodotto e diretto, in collaborazione con Andrea Cocchi, un documentario dal titolo LIVE IN SUDAN.

""Live in sudan" racconta un viaggio
La sua ragione iniziale è tenere un concerto di beneficenza a Khartoum.
La sua destinazione finale è il centro salesiano di El Obeid a cui donare l'incasso.
I protagonisti sono Niccolò Fabi i suoi musicisti e il Sudan.
Il concerto, che si è tenuto nell'anfiteatro della scuola internazionale di Khartoum il 4 giugno 2007 ed è stato organizzato dall?ambasciata italiana in Sudan, diventa quindi il pretesto per raccontare il tentativo di un gruppo di musicisti italiani di approfondire il rapporto con un paese africano profondamente provato da anni di guerra civile. Il documentario segue gli incontri con i musicisti sudanesi con cui hanno condiviso il palco, con Gino Strada che ha presentato loro l'appena inaugurato ospedale di Emergency a Khartoum, con padre Vincenzo Donati e i ragazzi del Darfur nel centro di El Obeid, con la gente del Sudan e la sua generosità. Si raccontano le piccole grandi difficoltà di organizzare per la prima volta in Sudan il concerto di un artista occidentale ma soprattutto di quando il desiderio di fare della solidarietà diventa un impegno concreto di presenza fisica, di conoscenza e arricchimento reciproco e fare il musicista o il diplomatico il chirurgo o il prete ricerca la sua più profonda dignità.

Non è ancora stata stabilita la modalità ed il tempo di uscita del documentario, ma sicuramente son sarà commerciale a fine di lucro ma eventualmente a scopo benefico. per promuovere tale iniziativa Niccolò parteciperà a due eventi specifici dedicati alla stessa iniziativa a cui Niccolò a destinato gli incassi del suo concerto Sudanese."

Con la speranza che questo DVD venga pubblicato al più presto vi invito a visionare questi due video:
1)
Nicolò Fabi al Concerto di Natale PRO-DARFUR

2) Niccolò Fabi Live in Sudan Trailer