venerdì, gennaio 23, 2009

LA BANDA CITTA' DI OPPIDO LUCANO tra passato e presente

La Banda musicale di Oppido Lucano nasce nel novembre del 1992 da una iniziativa di alcuni fondatori dell’associazione culturale Zefiro, nata con l’intento di offrire alla comunità giovanile e non solo un punto di incontro culturale e sociale.
Risale al 29 dicembre 1993 il primo concerto tenutosi nella sala consiliare del Comune di Oppido Lucano, dove il complesso bandistico eseguì brani natalizi e brani di musica leggera.
Erano 21 i componenti che si esibirono, di età compresa tra i 10 e i 28 anni, riscuotendo il plauso dell’intera comunità oppidese.Nel tempo l’organico è aumentato sempre di più coinvolgendo un numero di ragazzi e di famiglie locali entusiaste di tale iniziativa e che vedevano nella musica il luogo adatto per crescere insieme.Fu grazie all’iniziativa di alcuni componenti che per alcuni anni vennero organizzate delle “lotterie” con la vendita di biglietti, il cui ricavato servì per l’acquisto degli strumenti musicali e di tutto quello che occorreva per mantenere in vita il complesso bandistico. Il 10 febbraio 1999 si è costituita, con atto notarile, in: “Associazione Bandistica città di Oppido Lucano” diretta dal maestro Rocco Imperatore e coordinata nella sua attività dal presidente Rocco Avigliano.
Successivamente si è iscritta all’Assomusica (Federazione nazionale dei complessi bandistici e delle attività musicali amatoriali ed artistiche) di Roma. Negli ultimi anni la banda è stato al centro di importanti iniziative tenutesi a livello regionale e nazionale.

Oggi la Banda musicale di Oppido Lucano è ormai una realtà. Vi invito a leggere l'ultimo articolo pubblicato sul "Quotidiano di Basilicata" scritto e pubblicato dopo il grande successo che la banda ha avuto con il "Concerto di Capodanno" al Cineteatro Obadiah di Oppido Lucano.




giovedì, gennaio 22, 2009

FIRMINO

OGGI VOGLIO PARLARVI DI UN BELLISSIMO LIBRO CHE HO APPENA FINITO DI LEGGERE. NE CONSIGLIO LA LETTURA A TUTTI....
In una Boston fredda e inospitale, popolata da vecchi ubriachi e uomini in cerca di facili passatempi, l’unico rifugio per la giovane e indifesa Flo, è lo scantinato di un affollato negozio. Il tepore che proviene da laggiù calma i suoi tremori, e la carta che contiene in abbondanza placa il suo proverbiale appetito... Flo è la madre di Firmino e dei suoi dodici fratelli. L’unico posto sicuro che ha trovato per mettere al mondo la sua nidiata di topini sono gli scaffali di un’enorme libreria abbandonata, che funge da giaciglio per la notte e anche, sempre più spesso, da prima colazione.Avevamo già visto il mondo attraverso gli occhi di un topo, soprattutto nei fumetti (non solo quelli destinati ai bambini, un esempio per tutti Maus di Art Spiegelman) così come c’eravamo già imbattuti nelle blattelle divoratrici di libri di Daniel Weiss (Gli scarafaggi non hanno re). Ma stavolta ci troviamo di fronte a una storia molto più complessa: un vero e proprio romanzo di formazione che vede il povero Firmino intento nell’impresa di conoscere il mondo. Ma un topo nato e cresciuto tra i grandi maestri della letteratura mondiale ha un solo strumento per interpretare la realtà, cioè la fantasia. Fuori dalla sua tana, alla scoperta del mondo, Firmino può finalmente mettere la letteratura alla prova dei fatti. Le donne di Lawrence, le paure di Anna Frank, il mondo intero di Oliver Twist si sgretolano di fronte a una realtà difficile e crudele, dove le immagini incantevoli legate alla lettura lasciano il posto agli incubi di una vita di stenti. Firmino osserva e sogna, cercando fuori dagli scaffali tutta la fascinazione che lo ha nutrito durante l’infanzia e trovandosi alla fine al cospetto della più grande fantasmagoria del secolo passato: il cinema.I protagonisti di questo delicatissimo romanzo di Sam Savage, uno stupefacente autore esordiente, non sono i libri, come potrebbe sembrare, e neanche il cinema, come si direbbe inoltrandosi nella lettura, ma è quel lento, magico processo di nutrimento culturale che, attraverso le parole e le immagini, alimenta il nostro spirito. Una ricerca incessante di senso che riguarda tutti i piccoli curiosi roditori del mondo: voraci come topi, insaziabili, spesso invisibili. Nelle oscure cantine delle nostre città un esercito di piccoli pensatori divora le idee del mondo. Tutti quelli che, come il nostro Firmino, ogni giorno affrontano la prova decisiva con loro stessi, con la loro immagine, con il disincanto e la disillusione. Firmino coglie fino in fondo tutte le occasioni che la vita gli offre, senza rendersi conto, alla fine, di essere diventato per noi lettori come uno dei personaggi letterari che hanno popolato la sua vita.